Un dialogo con Stefano Buraglio, direttore di Tutela Legale, sugli eventi accaduti alla Compagnia, nel corso del 2022.
Si chiude un altro anno, il quattordicesimo di Tutela Legale. Niente male per un’azienda nata da una battuta sfidante e per la quale qualche invidioso pronosticava un rapido deposito dei libri in tribunale.
Che ne pensi? Sei soddisfatto?
Non è stato un anno semplice, ma qualcuno ne ricorda uno senza complicazioni, specie negli ultimi tempi?
Mi tornano in mente le parole con cui Giovanni aveva aperto quest’anno, parlando di “imprevisto” quale sperabile risorsa e di ”incontro con l’altro” come condizione per una vera rinascita.
C’è stato molto di non previsto e non prevedibile nel 2022 in Tutela Legale ed intorno a Tutela Legale, ma l’abbiamo saputo cogliere come una sfida, fronteggiarlo con resilienza e lucidità, aggiornando le priorità quando è stato necessario.
L’organico è abbastanza cambiato, vero?
In effetti la nostra organizzazione è cresciuta in tutti i sensi: abbiamo “incontrato” Anna, Francesco, Riccardo, Federica, Lidio e Irene, nuovi colleghi entrati in Compagnia. Nei primi giorni di gennaio incontreremo Alessia, Silvia e Michela. È stata una “rinascita” con ciascuno di loro per Tutela Legale e per tutti noi. Quando abbiamo dovuto fronteggiare le emergenze date dai colleghi che hanno deciso di andarsene ho visto molta collaborazione e uno spirito di squadra davvero straordinario; ciascuno ha saputo andare oltre il perimetro del mansionario e ha documentato disponibilità e dedizione davvero preziose.
Quali sono stati gli snodi più significativi?
Tre momenti del 2022, che si è calato in un contesto così pieno di incertezze e contraddizioni, sono impressi nella mia mente: il primo è certamente quello che abbiamo fatto a Chiusi della Verna, quando per due giorni ci siamo fermati, prima a pensare e poi a giocare: straordinario. Il secondo è legato alla nostra convention, mai così alta nei contenuti e che mi ha regalato un attimo di rara bellezza dietro le quinte, a lavori finiti. Infine, la nostra cena In Galera, dove abbiamo conosciuto persone straordinarie che rendono possibile uno sconosciuto e sorprendente ordinario.
Tutti e tre questi momenti hanno in comune il nostro esserci, individualmente e come gruppo, che ha acquisito un carattere e una dimensione che, quando serve, sanno andare oltre ruoli, etichette, mansioni e il nostro personale quotidiano. Stupendo, dobbiamo saperli conservare gelosamente.
E a livello di business, che risultati puoi anticipare?
Certo poi ci sono i numeri, che non sono mai un dettaglio. La raccolta premi consolida una crescita del 9% rispetto all’anno passato, valore che probabilmente sarà superiore alla media del nostro mercato. Per come si erano messe le cose a un certo punto dell’anno, questo risultato è davvero ragguardevole; la forte spinta degli ultimi mesi, poi, è un segnale di grande fiducia in vista del 2023.
I sinistri hanno avuto un andamento molto positivo e il numero dei reclami ancora una volta molto limitato: segno di un lavoro qualitativamente molto apprezzato anche all’esterno. L’indicatore della solvibilità (ben oltre il 200%) è ormai stabilmente in territorio più che positivo, così che si prospetta anche quest’anno un ottimo risultato complessivo.
Con quale parola-chiave vuoi lanciare l’impegno del 2023?
Ne direi due, coraggio e fiducia. Il coraggio deve servirci ad andare oltre il conosciuto, il noto, quello che abbiamo già dimostrato di saper fare, perché sappiamo che può essere migliorato e che i bisogni evolvono.
La fiducia deve alimentare il nostro quotidiano; conosciamo il mercato e sappiamo di tutela. Con questo bagaglio di esperienza vogliamo valutare ogni occasione di sviluppo, sapendo che non esiste nessuna forma di apprendimento senza l’errore, quale fisiologico passaggio di acquisizione di competenza.
Questo è l’impegno di Tutela Legale per l’anno appena nato.